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- Le origini della danza
Biodanza con Riccardo Cazzulo. Scuola Biodanza Liguria IBFed
Pubblicato da Riccardo Cazzulo in Articoli · Domenica 17 Giu 2018
Tags: DanzaBiodanzaAntropologia
Una sessione di Biodanza, secondo il suo creatore Rolando Toro, è fondata su "esercizi specifici ispirati al significato primordiale della danza, strutturati a partire da gesti naturali dell'essere umano e finalizzati ad attivare le potenzialità affettive che ci connettono a noi stessi, al simile e all'universo".
Per recuperare il significato primordiale della danza a cui si riferisce Toro può essere interessante attingere alle principali fonti che trattano dell'origine della danza.

Origini della danza
Moltissimi anni fa un uomo primitivo colpì con un'arma rudimentale un animale e lo uccise dopo che lo inseguiva da molte ore e tra mille difficoltà. Adesso poteva nutrirsi e coprirsi con le pelli della bestia. Era talmente contento che si mise a spiccare salti attorno al cadavere, probabilmente emettendo anche grida e grugniti. Questi movimenti, queste espressioni di gioia fisicizzate, trasmesse al corpo, furono l’inizio della danza.
L'uomo aveva dapprima  il suo nucleo familiare, poi fece parte di un clan, di una tribù, di un villaggio. Le sue reazioni erano tuttavia strettamente individuali. Saltava di gioia se vinceva una gara con la bestia, si strappava i capelli se gli moriva un figlio, si nascondeva di fronte alla violenza della natura, onorava il sole che favoriva la sua esistenza. Nei tempi le sue reazioni divennero una sorta di codice di comportamento e nella comunità vennero automaticamente codificate in quanto espressione vitale di più persone.
Tornando all'uomo che balla intorno alla preda uccisa tirando in aria clave e mazze per la gioia, al ritorno al suo nucleo familiare mostra le bistecche alla donna ed ai figli, che magari da molti giorni si
nutrivano di sole radici ed avanzi di cattivo gusto, questi a loro volta iniziano a saltare di gioia. Ecco così l'origine del ballo d'assieme.
Ragionando per estensione, questo ballo di festa diventa collettivo quando gli uomini tornano dalla caccia, quando il raccolto garantisce un buon inverno, quando la primavera rinasce. Allora tutta la gente del clan, della tribù,  del villaggio si riunisce ed esprime se stessa nei confronti della festa. Lo stesso accade per le sventure e le morti. Le percussioni scandiscono il ritmo della danza, che é essa stessa percussiva all'inizio. Si battono i piedi sulla terra, si battono le mani, si muove il corpo secondo ispirazione. Tutto é  nato spontaneamente: così come é spontaneo oggi il balletto del  calciatore che ha appena segnato un goal.
Questo “quadretto”, prendendo lo spunto da “La danza ed il balletto” di Mario Pasi, mi sembra   fotografi in maniera perfetta come la danza, intesa nel suo significato più antico, rappresenti l’espressione di emozioni e sentimenti profondi che si manifestano attraverso in movimento intriso di espressività, presenza e significato viscerale senza confini.

Prime Testimonianze
Secondo Curt Sachs nella sua Storia della Danza le uniche testimonianze  sull'origine della danza sono quelle  che ci giungono attraverso le pitture trovate nelle rocce  all’interno di caverne, frutto dell’uomo paleolitico quando migliaia di anni fa viveva sul territorio di quella che è oggi la Francia.
Tali testimonianze sono rare e solo poche di esse permettono un’interpretazione sicura; il motivo della carenza di tali rappresentazioni è dovuto soprattutto al fatto che il pittore paleolitico creava quasi esclusivamente immagini votive allo scopo di ottenere degli effetti magici, pertanto la danza di per se stessa era sufficiente ad ottenere lo stesso risultato senza bisogno di doverla disegnare.
A questo punto le informazioni sull’origine della danza sarebbero molto poche se non potessimo avvalerci delle notizie, viceversa molto ricche, relative alla danza che i popoli primitivi della nostra epoca ci procurano. Ogni civiltà della preistoria europea trova infatti un suo esatto parallelo tra i popoli primitivi contemporanei.
Sia che le informazioni ci giungano dal periodo paleolitico o neolitico, dall’età del bronzo o del ferro, quasi sempre troveremo riscontro in qualche popolazione primitiva dei nostri giorni che ancora deve raggiungere uno stadio culturale evoluto. Quasi sempre si può dedurre il passato dal presente, quello che in Europa è seppellito sotto strati di suolo si può ritrovare in popoli di altri continenti come se il tempo si fosse fermato di migliaia e migliaia di anni.

L’uomo della preistoria non è in grado di dare una spiegazione logica, legata al processo di causa ed effetto, a ciò che succede intorno a lui.  Pertanto ritiene che siano forze misteriose e spiriti a causare la nascita o la morte,  il sole o la pioggia, la malattia, la  fame e tutti gli altri processi vitali, quindi se riuscirà a domarli con  azioni magiche questi potranno  manifestarsi o scomparire a suo piacimento.
La magia può avere luogo solo in uno stato di estasi dove l’uomo primitivo trascende divinamente  la realtà quotidiana  fino a ritrovarsi in  uno spazio dove l’io si è dissolto nell’infinito; tale stato di estasi lo fa diventare padrone della forza degli spiriti e potrà quindi operare sugli eventi della vita.

“ Essere invasato, trasfigurarsi, valicare i confini dell’umano  trasformandosi in bestie o in dio, è possibile all’uomo solo quando si trova in uno stato di ebbrezza. Soltanto nell’ebbrezza si sciolgono i legami con la vita quotidiana allorché una forte emozione – gioia o tristezza, amore o collera o paura – prende il sopravvento, sicchè la volontà e il pensiero si spengono e il corpo, sfuggendo al loro dominio, esagera i movimenti abituali o li ordina nel ritmo della danza.”

Ogni volta che danziamo diamo origine ad uno stato di estasi sia quando danziamo con la persona che amiamo, sia quando giochiamo o festeggiamo qualche evento. Ciò accade in maniera maggiore all’uomo primitivo il quale non condizionato dalla cultura, perciò libero nell’esprimersi, risponde agli stimoli esterni in maniera violenta, brutale e incontrollata nello stesso modo in cui ai giorni nostri viene riferito da viaggiatori  presso tribù primitive di indigeni, questi spesso  raccontano di danze forsennate fino al punto di entrare in uno stato  di convulsione, totale tremolio, occhi rovesciati e svenimenti.

“Questi danzatori sono invasati nel senso proprio del termine: non solo vi è una diminuita attività della coscienza, ma uno spirito, un diavolo, un dio si è impossessato del loro corpo ed ha modificato la loro personalità. E’ così che uomini primitivi diventano demoni e gli appartenenti a sette cristiane come i Chlysry e i Mlokany in Russia si sentono transumanati in Cristo.”

“ In altri casi l’annullamento della volontà e del pensiero prende l’apparenza di uno stato ipnotico di trance; gli occhi allora si chiudono, le membra si rilassano e la più accesa frenesia lascia il posto ad una calma e a un distacco solenni”

Riccardo Cazzulo

Riferimenti bibliografici
Pasi M. (1993). La danza e il balletto. Milano: Editoriale Jaca Books s.p.a.
Sachs C. (1966). Storia della danza. Milano: Il Saggiatore.


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