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- SALUTOGENESI. Dalla prevenzione alla promozione della salute
Biodanza con Riccardo Cazzulo. Scuola Biodanza Liguria IBFed
Pubblicato da Riccardo Cazzulo in Articoli · Mercoledì 04 Lug 2018
Tags: SalutePsicologiaPsicologiaPositivaBiodanza
Alla base dell’azione sostenuta dalla Biodanza su individui e comunità e della prospettiva scientifica che prende il nome di Psicologia Positiva, possiamo identificare un approccio denominato salutogenesi  che coincide con un insieme di riflessioni e azioni rivolte non tanto alle cause dell’insorgenza di malattie quanto piuttosto allo studio della fonte della salute fisica, psichica e spirituale.

L’approccio salutogenico è stato concettualizzato dal sociologo della salute Aaron Antonovsky (1923-1994) il quale avendo avuto incarico dal governo israeliano di valutare lo stato di salute delle persone anziane ne stabilì dei criteri di misurazione sia fisici sia psichici. In particolare Antonovsky si soffermò sull’osservazione dell’adattamento alla menopausa da parte di donne facenti parte di differenti etnie e tra queste anche di quelle sopravissute ai campi di concentramento nazisti durante la seconda guerra mondiale.
Le osservazioni evidenziarono che queste ultime non solo erano riuscite ad adattarsi in modo coraggioso al dramma subito in tempo di guerra ma, allo stesso modo, riuscirono ad adattarsi nel proseguimento della propria vita in forma migliore anche ad altri ambienti stressanti, esse infatti erano a quel momento in un migliore stato di salute psicofisica evidenziando una spiccata capacità nel ricreare la propria vita.

Da queste evidenze le principali domande che Antonovsky si pose, furono:
  • Perché alcuni individui rimangono in buona salute e altri si ammalano entrando in contatto con le stesse esperienze in condizioni avverse?
  • Perché gli agenti stressanti non sono sempre patogeni? Quali sono i fattori che mantengono le persone sane e quelli che fanno muovere le persone verso il polo della salute piuttosto che verso quello della malattia?

Le conseguenti risposte lo guidarono verso l’idea dell’esistenza e dell’azione di fattori generativi di salute che sarebbero dovuto essere indagati allo stesso modo in cui l’approccio patogenico indaga le cause e l’evoluzione delle malattie.
E’ importante rilevare che l’approccio salutogenico non corrisponde al rovescio della medaglia di quello patogenico dove l’interesse è rivolto all’insorgenza, alla cura e alla prevenzione della malattia. Nell’approccio salutogenico, partendo dall’assunto che tutte le persone sono in parte sane e contemporaneamente in parte malate, si cerca di individuare come un individuo possa diventare più sano o meno malato.
Antonosvsky propone un modello, dove è rappresentato un continuum tra salute e malattia all’interno del quale ogni individuo si può collocare in un determinato momento con la possibilità di attivare risorse ed opportunità per favorire lo spostamento verso il polo della salute.



Partendo quindi proprio dall’etimologia del termine gli obiettivi primari della salutogenesi sono di individuare l’origine della salute, comprendere come si crea e come può essere rinforzata.
Il focus è quindi rivolto non alle cause della malattia ma a quelle della salute. Si tratta di un nuovo paradigma che prende le distanze da quello riduzionistico tradizionale che è sintetizzabile nella definizione di terapia ancor oggi presente sull’enciclopedia Treccani in termini di: “studio e attuazione concreta dei mezzi e dei metodi per combattere le malattie”. Questo nuovo paradigma è riconducibile piuttosto alla definizione di salute che già dal 1948 si legge sulla costituzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS):
“La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non consiste soltanto in un’assenza di malattia o d’infermità. Il possesso del massimo stato di salute che è capace di raggiungere costituisce uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano”.

Antonovsky scoprì che non è l’agente patogeno in se stesso che crea la malattia, ma piuttosto è il modo in cui questo si contrappone alle Risorse Generali di Resistenza  che attua la differenza. Si tratta di un coping positivo nei confronti dei fattori di stress presenti in ogni esperienza di vita, che le persone o le comunità sono in grado di attuare.   
Da queste basi Antonovsky fa quindi riferimento al costrutto del senso di coerenza dato dall’orientamento generale verso il mondo e verso il proprio futuro su tre dimensioni: cognitiva (comprensione della realtà circostante), motivazionale (elaborazione del proprio orizzonte di vita) e comportamentale (capacità di plasmare le difficoltà).
Il senso di coerenza è il fattore che permette di reagire agli agenti di stress che possono essere percepiti come sfide verso le quali attivare le proprie risorse di resistenza.
Oltre al costrutto Sense of Coherence Antonovsky elaborò, infatti, quello di General Resistance Resources (GRRs) che si riferisce "alla proprietà di una persona o di una collettività di attuare un coping positivo rispetto ai fattori di stress innati nell’esistenza umana” (Antonovsky, 1987).

Le ricerche di Antonovsky sono alla base di molteplici investigazioni successive da parte di altri autori e della nascita di concetti molto importanti al fine della promozione della salute come locus of control, resilienza, coping, autoefficacia, hardiness, flourishing e ottimismo appreso. Tali ricerche hanno rappresentato il primo tentativo importante per sviluppare un modello teorico che prenda le distanze dai concetti di patologia e prevenzione della malattia distinguendo, di fatto, la prevenzione dalla promozione della salute.
“La prevenzione s’impegna a prevenire eventi patogenici, evitando comportamenti a rischio, mentre la promozione si occupa invece di favorire quegli elementi che possono migliorare ulteriormente la salute e il benessere a tutti i livelli” (M. Bertini, 1988).
Partendo da queste concettualizzazioni si va verso l’approccio salutogenico esteso che prende in considerazione oltre alle risorse interne anche quelle esterne delle persone costituite dalle potenzialità economiche, sociali, culturali e ambientali nell’ambito dell’ambiente di riferimento.

Riccardo Cazzulo

Riferimenti bibliografici:
  • Antonovsky, A. (1987).  Unraveling The Mystery of Health - How People Manage Stress and Stay Well, San Francisco: Jossey-Bass Publishers.
  • Bertini, M. (1988). Psicologia e salute. Roma: La Nuova Italia Scientifica.
  • Simonelli, I. & Simonelli, F. (2010). Atlante concettuale della salutogenesi. Modelli e teorie di riferimento per generare salute. Milano: FrancoAngeli Edizioni.




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