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BIODANZANDO
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INTERVISTA SUGLI ASPETTI FISIOLOGICI DELLA BIODANZA
Biodanza con Riccardo Cazzulo. Scuola Biodanza Liguria IBFed
Pubblicato da Riccardo Cazzulo in Articoli · Martedì 06 Mag 2025 · Tempo di lettura 6:00
Pubblico il testo di una mia intervista che spiega in sintesi gli aspetti fisiologici della Biodanza per una tesi per il Corso Universitario in Tirocinio Formativo Attivo dell'Università di Genova a cura di Federica Castagnoli.

Federica (Intervistatrice):
Riccardo, come Direttore della Scuola Biodanza Liguria, potresti spiegare in cosa consiste concretamente la metodologia della Biodanza e come agisce sulla persona?
Riccardo:
Certamente. La Biodanza lavora attraverso una serie di esercizi appositamente strutturati che guidano i partecipanti a sperimentare quelle che chiamiamo "vivencia" - esperienze profonde e integrate vissute pienamente nel momento presente. Queste non coinvolgono solo la sfera emotiva, ma attivano una risposta completa dell'essere: a livello corporeo (attraverso la cenestesia), emozionale e persino viscerale.

Federica:
Quindi non si tratta semplicemente di movimento o danza?
Riccardo:
Esatto. Ogni esercizio ha un doppio valore: da un lato un significato simbolico e psico-emozionale, dall'altro produce effetti fisiologici misurabili. È proprio questa combinazione unica che rende la Biodanza uno strumento così potente per il benessere integrale. La scienza oggi ci permette di comprendere sempre meglio i meccanismi specifici attraverso cui agisce sul nostro organismo.

Federica:
Riccardo, uno degli aspetti più interessanti della Biodanza riguarda i suoi effetti sull'attività cerebrale. Potresti spiegarci come agisce sugli emisferi cerebrali?
Riccardo:
La Biodanza opera un vero e proprio riequilibrio emisferico. Nelle nostre sessioni, attraverso un approccio non verbale che valorizza il linguaggio del corpo, il contatto e la musica, stimoliamo in modo particolare l'emisfero destro - sede dell'intuizione, della creatività e della percezione globale.

Federica:
Questo significa che si lavora contro un disequilibrio esistente?
Riccardo:
Esattamente. La nostra società iper-razionalizzata tende a privilegiare l'emisfero sinistro, quello del pensiero logico e analitico. La Biodanza offre un contrappeso necessario a questa predominanza, riportando armonia tra le due componenti del nostro cervello. È come se attraverso la danza e la musica dessimo respiro alla parte più intuitiva e sensibile di noi stessi.

Federica:
Riccardo, potresti spiegarci come la Biodanza interagisce con il sistema limbico-ipotalamico, quella parte del cervello così importante per le nostre emozioni?
Riccardo:
Il sistema limbico-ipotalamico è come il centro nevralgico delle nostre emozioni, degli istinti e dei comportamenti più autentici. Nella vita quotidiana, spesso la corteccia cerebrale - la parte più razionale - tende a inibire e controllare eccessivamente queste espressioni spontanee.

Federica:
E come interviene la Biodanza in questo delicato equilibrio?
Riccardo:
Attraverso strategie precise: il silenzio durante gli esercizi riduce il controllo verbale, gli occhi chiusi limitano gli stimoli visivi, e i movimenti lenti diminuiscono l'attività motoria volontaria. Queste condizioni creano una temporanea "tregua" della corteccia, permettendo al sistema limbico-ipotalamico di esprimersi più liberamente. È un po' come dare spazio alla nostra parte più istintiva ed emotiva, che nella vita di tutti i giorni spesso rimane soffocata.

Federica:
Potresti spiegarci come la Biodanza agisce sul sistema nervoso autonomo, in particolare sull'equilibrio tra sistema simpatico e parasimpatico?
Riccardo:
Volentieri. Il nostro sistema nervoso autonomo ha due componenti fondamentali: il simpatico, che ci prepara all'azione, alla vigilanza e attiva i meccanismi di "lotta o fuga", e il parasimpatico, che favorisce il riposo, il recupero e la rigenerazione organica.

Federica:
Come si traduce questo nella pratica della Biodanza?
Riccardo:
Attraverso esercizi mirati. Le danze più ritmiche ed energiche, accompagnate da musiche euforizzanti, stimolano moderatamente il sistema simpatico, rafforzando la nostra vitalità e il senso di identità. Al contrario, gli esercizi più fluidi e lenti, con musiche dolci, attivano il parasimpatico, favorendo il rilassamento profondo e la riduzione dello stress.

Federica:
Perché è importante questo equilibrio?
Riccardo:
Nella nostra società siamo costantemente sotto pressione, con il sistema simpatico iperstimolato a discapito del parasimpatico. La Biodanza offre un vero e proprio "reset" neurovegetativo, riportando armonia tra queste due componenti fondamentali del nostro sistema nervoso. È un antidoto naturale agli squilibri causati dai ritmi frenetici della vita moderna.

Federica:
Riccardo, ultimamente si sente parlare molto della connessione tra mente e sistema immunitario. La Biodanza potrebbe avere un ruolo anche in questo ambito?
Riccardo:
Assolutamente sì. Stiamo esplorando gli affascinanti effetti della Biodanza sul sistema psiconeuroendocrinoimmunitario, quel complesso network che collega la nostra psiche con il sistema endocrino e immunitario.

Federica:
Quali sono le evidenze che sono state osservate?
Riccardo:
I partecipanti riportano sistematicamente esperienze - quelle che chiamiamo "vivencia" - di pienezza vitale, profonda tranquillità e connessione con gli altri. Curiosamente, questi stati corrispondono esattamente a quelli prodotti da specifici neurotrasmettitori come la dopamina, la noradrenalina o il GABA.

Federica:
Questo cosa implica a livello biologico?
Riccardo:
È molto probabile che le vivencia in Biodanza stimolino la produzione di queste sostanze, creando un effetto a cascata sul sistema immunitario. Attualmente sono in corso alcune ricerche scientifiche i cui primi risultati sembrano confermare una correlazione tra la pratica regolare della Biodanza e il potenziamento delle difese immunitarie.

Federica:
Quindi potremmo dire che la Biodanza è una forma di "farmacologia naturale"?
Riccardo:
In un certo senso sì. Stiamo scoprendo che attraverso il movimento, la musica e la relazione possiamo attivare i naturali meccanismi di autoguarigione del corpo. È una frontiera entusiasmante che unisce antiche saggezze corporee con le più recenti scoperte neuroscientifiche.

Federica:
Riccardo, per concludere la nostra interessante chiacchierata, quale messaggio vorresti lasciare riguardo alla Biodanza e ai suoi effetti sul nostro organismo?
Riccardo:
Vorrei sottolineare che la Biodanza rappresenta un ponte straordinario tra arte e scienza. Come abbiamo visto oggi, questa disciplina non è semplicemente una forma di movimento o di espressione, ma un vero e proprio sistema integrato che dialoga con i nostri meccanismi neurofisiologici più profondi.
Dagli emisferi cerebrali al sistema limbico, dall'equilibrio neurovegetativo alla possibile modulazione immunitaria, la Biodanza ci offre strumenti potenti per ritrovare il nostro equilibrio originario in un mondo che spesso ci spinge verso la frammentazione e lo squilibrio.

Federica:
Un'ultima domanda: a chi consiglieresti di avvicinarsi alla Biodanza?
Riccardo:
A tutti coloro che sentono il bisogno di: riconquistare un'autentica connessione con se stessi, trasformare lo stress in vitalità, riscoprire la gioia di essere pienamente vivi, rafforzare le proprie risorse psicofisiche
La Biodanza non è solo una pratica, ma un vero e proprio stile di vita che ci riporta alla nostra essenza più autentica. Invito tutti a provare questa esperienza straordinaria, perché come diceva Rolando Toro: "La vita deve essere danzata".

Federica:
Grazie Riccardo per questa intervista così ricca e chiarificatrice.
Riccardo:
Grazie a te per l'opportunità di diffondere la conoscenza scientifica della Biodanza. Aspettiamo con piacere i tuoi lettori ai nostri corsi per sperimentare direttamente tutto ciò di cui abbiamo parlato oggi!


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